RISPETTO PER L’AMBIENTE
Residui di lavorazione come bucce, raspi e semi si utilizzano per creare il compost o fertilizzante organico. La distilleria ha un sistema di raccolta delle acque che vengono utilizzate per la pulizia in modo da riciclarla e poterla riutilizzare allo stesso scopo.
Giardini di cactus posti nella zona sovrastante i contenitori di fermentazione trasformano il biossido di carbonio che si produce durante la fermentazione del mosto in ossigeno migliorando sensibilmente la qualità dell’aria.
PREPARAZIONE DEL PISCO
Il segreto si cela nei dettagli
1. VENDEMMIA
Il primo passo verso la produzione: si raccoglie l’uva, si misura il livello di concentrazione dello zucchero (gradi Brix), quando si raggiunge il grado desiderato di procede alla raccolta.
2. DIRASPATURA
In questa fase si separano gli acini dai raspi.
3. MACERAZIONE
Le parti solide (pezzi di polpa e buccia) restano immerse nel proprio succo per estrarre tutti gli aromi.
4. TORCHIATURA
In questa operazione la sostanza ottenuta dalla macerazione viene passata nel torchio in modo da sottrarre dalle vinacce la maggior parte nel mosto in esse contenuto.
5. FERMENTAZIONE
Il mosto ottenuto viene raccolto in una tanica dove inizia la fermentazione per trasformare gli zuccheri presenti in alcol.
6. DISTILLAZIONE
E’ la separazione dell’alcol ottenuto nella fermentazione con l’utilizzo di alambicchi e falcas.
7. RIPOSO
Il pisco ottenuto dalla distillazione è fatto riposare in serbatoi per un minimo di nove mesi.
8. FILTRAZIONE
Il pisco è filtrato a bassa temperatura per l’eliminazione di impurità e metalli.
9. IMBOTTIGLIAMENTO
E’ la parte finale dove il pisco viene travasato in bottiglie di diverso tipo e misure per la commercializzazione.